«Ci hanno impedito di offrire quel poco che riuscivamo a dare, in luoghi in cui nessuno si prende cura della popolazione, neanche lo Stato. Se il governo ci costringerà a chiudere anche le scuole i nostri sacerdoti e le nostre religiose troveranno un modo per sopravvivere. Ma il popolo come farà?». È l’amaro interrogativo posto da una fonte vicina alla Chiesa eritrea – che per motivi di sicurezza preferisce restare anonima – durante una conversazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre.
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