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  • Mons. Élie Béchara Haddad (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»).
  • Alimenti per famiglie libanesi e rifugiati caldei, 2023 (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»).
  • Richiesta di aiuti di per le scuole, Suore Missionarie del Santissimo Sacramento, a Beit Hebbak in Libano, aprile 2022: grazie al vostro sostegno, i bambini arrivano a scuola con lo scuolabus. (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»).
  • Nel quartiere di Mar Mikhaël, un cristiano locale davanti al grande edificio di Electricité du Liban sullo sfondo, completamente devastato dall’esplosione del 4 agosto 2020. (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»).

Visita in Svizzera/Ticino di Mons. Élie Béchara Haddad, arcivescovo melchita di Saïda, Libano

Mons. Élie Béchara Haddad, arcivescovo greco-cattolico melchita di Saïda, nel sud del Libano, visiterà le parrocchie e le comunità religiose della Svizzera nel mese di aprile 2024, su invito dell’Opera caritativa cattolica «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)». Il 64enne prelato maggiore libanese sarà in Ticino dal 20 al 23 aprile (sabato 20 a Rancate, domenica 21 a Mendrisio, Lunedì 22 a Riva S. Vitale e Martedì 23 nuovamente a Rancate) e in Svizzera romanda dal 25 al 28 aprile.

Appuntamenti in Ticino con il vescovo Mons. Élie Béchara Haddad (Libano)

La visita di Mons. Haddad in Svizzera avviene in un momento di forti tensioni regionali, a causa della guerra condotta da Israele a Gaza e che si sta ripercuotendo anche sul Libano: nella zona di confine meridionale, sottoposta a bombardamenti, si verificano scontri quotidiani tra Hezbollah e l’esercito israeliano, provocando l’esodo di decine di migliaia di abitanti.

La Chiesa greco-cattolica melchita, una «Chiesa-ponte»

Saida (l’antica Sidone), capitale regionale del Libano meridionale e terza città del Paese con 60’000 abitanti, conta quasi 3’000 cristiani, due terzi dei quali sono greco-cattolici. In questa città costiera di stampo conservatore, a maggioranza musulmana sunnita, non è facile vivere ogni giorno come una minoranza. La comunità greco-cattolica melchita, una Chiesa di rito bizantino unita a Roma dal XVIII secolo, vuole essere una «Chiesa-ponte» tra le comunità – cattoliche e ortodosse, cristiane e musulmane.

Una buona intesa con la grande maggioranza dei musulmani

Fin dalla sua fondazione, la Chiesa melchita è portatrice di una cultura basata sulla tolleranza e sulla costruzione di ponti, scrivono mons. Élie Béchara Haddad e il Comitato di coordinamento sinodale melchita nel loro rapporto inviato il 30 maggio 2022 al patriarca Yousef Absi, capo della Chiesa cattolica greco-melchita: «Attualmente, in alcune eparchie, i musulmani ricorrono ai nostri vescovi per far sì che agiscano da mediatori tra le diverse comunità musulmane. Questi sono ben consapevoli che i nostri valori sono fondamentali per loro e stanno cercando di costruire un "modo di vivere insieme". Ma le sfide sono là, nella nostra vita quotidiana; si tratta di un rapporto che deve essere costruito e curato ogni giorno e nel corso degli anni. Il fondamentalismo e le varie correnti integraliste minacciano i legami interreligiosi e mettono a repentaglio la "convivenza"».

Mons. Haddad, che è vescovo di Saïda dal 2006 e che nel 1994 ha conseguito un dottorato in diritto canonico e civile presso la Pontificia Università Lateranense a Roma, riconosce che le relazioni tra la minoranza cristiana e la maggioranza musulmana sono migliorate dopo la sanguinosa guerra civile in Libano (1975-1990) e dopo l’attacco israeliano nel luglio 2006. I leader cristiani e musulmani si invitano a vicenda alle rispettive feste e c'è un comitato congiunto per le relazioni e gli studi tra musulmani e cristiani. Ma a Saïda, la piccola comunità cristiana, colpita dall’emigrazione, ha poca influenza sulle principali decisioni politiche della città. Mons. Haddad ritiene che siano le iniziative di solidarietà prese nella vita quotidiana ad unire i credenti, molto più dei discorsi politici.

Istruzione scolastica, base per la pace e per un futuro: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» sostiene le scuole cattoliche

In Libano mancano i soldi per un sistema scolastico efficiente. Lo Stato in bancarotta non può mantenere le scuole. Senza un’istruzione, i bambini non hanno una possibilità «per stare a galla» a lungo termine, e molti sono vulnerabili alla radicalizzazione politica o religiosa. «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» sostiene 61 scuole cattoliche con 5’150 allievi e 1’603 insegnanti. Le scuole sono aperte a tutte le comunità religiose. Favoriscono i ragazzi e le ragazze in modo paritario, valorizzano i loro talenti e trasmettono apprezzamento e tolleranza reciproca. Pertanto, offrono ad allievi e ad insegnanti un futuro, in modo tale che essi non siano costretti ad emigrare.

 

Biografia

Mons. Élie Béchara Haddad è nato il 28 gennaio 1960 ad Ablah, nella valle della Beqāʿ. Ha studiato al collegio Sant’Anna dei Padri Bianchi a Rayak dal 1964 al 1972. Giovanissimo è entrato nel convento del Santo Salvatore, dell’Ordine basiliano del Santissimo Salvatore, a Joun, vicino a Saïda. Lì ha proseguito gli studi fino al 1979. È stato ordinato sacerdote il 9 agosto 1986, dopo aver ultimato gli studi filosofici e teologici all’Università dello Spirito Santo di Kaslik (1980-1983) e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma (1983-1985) con un baccellierato in teologia.

Ha completato gli studi di diritto canonico e civile presso la Pontificia Università Lateranense a Roma (1985-1987) con il titolo di Magister (1987-1989) e (1991-1994) con il dottorato in «Utriusque Iuris», difeso il 10 gennaio 1994. Nel 1993-94 ha concluso gli studi presso il Tribunale della Rota Romana.

È stato parroco a Machghara e Jenesnaya; cappellano del Movimento internazionale per l’apostolato dei bambini (MIDAD - Mouvement International d’Apostolat des Enfants) in Libano dal 1994; presidente del Tribunale d’appello della Chiesa cattolica greco-melchita dal 1995; superiore del Seminario Maggiore dell’Ordine basiliano del Santissimo Salvatore (1995-2001); Cancelliere del Patriarcato greco-melkita cattolico (2002-2007); docente di diritto canonico presso l’Università dello Spirito Santo a Kaslik (USEK) dal 1995, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR) dell’Università San Giuseppe dal 1996, presso l’Istituto San Paolo di Harissa (1995-2007) e presso l’Università della Sapienza dal 2000.

È autore di diversi libri e articoli, soprattutto di diritto canonico. Eletto dal Santo Sinodo l’11 ottobre 2006, Mons. Élie Béchara Haddad è stato ordinato arcivescovo di Saïda e Deir el-Kamar il 24 marzo 2007 nella chiesa di San Paolo ad Harissa dal Patriarca Gregorio III Laham, assistito dall’arcivescovo Georges Kwaiter e dal metropolita Joseph Kallas.