Visita in Svizzera/Ticino di Mons. Élie Béchara Haddad, arcivescovo melchita di Saïda, Libano
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Appuntamenti in Ticino con il vescovo Mons. Élie Béchara Haddad (Libano)
La visita di Mons. Haddad in Svizzera avviene in un momento di forti tensioni regionali, a causa della guerra condotta da Israele a Gaza e che si sta ripercuotendo anche sul Libano: nella zona di confine meridionale, sottoposta a bombardamenti, si verificano scontri quotidiani tra Hezbollah e l’esercito israeliano, provocando l’esodo di decine di migliaia di abitanti.
La Chiesa greco-cattolica melchita, una «Chiesa-ponte»
Saida (l’antica Sidone), capitale regionale del Libano meridionale e terza città del Paese con 60’000 abitanti, conta quasi 3’000 cristiani, due terzi dei quali sono greco-cattolici. In questa città costiera di stampo conservatore, a maggioranza musulmana sunnita, non è facile vivere ogni giorno come una minoranza. La comunità greco-cattolica melchita, una Chiesa di rito bizantino unita a Roma dal XVIII secolo, vuole essere una «Chiesa-ponte» tra le comunità – cattoliche e ortodosse, cristiane e musulmane.
Una buona intesa con la grande maggioranza dei musulmani
Fin dalla sua fondazione, la Chiesa melchita è portatrice di una cultura basata sulla tolleranza e sulla costruzione di ponti, scrivono mons. Élie Béchara Haddad e il Comitato di coordinamento sinodale melchita nel loro rapporto inviato il 30 maggio 2022 al patriarca Yousef Absi, capo della Chiesa cattolica greco-melchita: «Attualmente, in alcune eparchie, i musulmani ricorrono ai nostri vescovi per far sì che agiscano da mediatori tra le diverse comunità musulmane. Questi sono ben consapevoli che i nostri valori sono fondamentali per loro e stanno cercando di costruire un "modo di vivere insieme". Ma le sfide sono là, nella nostra vita quotidiana; si tratta di un rapporto che deve essere costruito e curato ogni giorno e nel corso degli anni. Il fondamentalismo e le varie correnti integraliste minacciano i legami interreligiosi e mettono a repentaglio la "convivenza"».
Mons. Haddad, che è vescovo di Saïda dal 2006 e che nel 1994 ha conseguito un dottorato in diritto canonico e civile presso la Pontificia Università Lateranense a Roma, riconosce che le relazioni tra la minoranza cristiana e la maggioranza musulmana sono migliorate dopo la sanguinosa guerra civile in Libano (1975-1990) e dopo l’attacco israeliano nel luglio 2006. I leader cristiani e musulmani si invitano a vicenda alle rispettive feste e c'è un comitato congiunto per le relazioni e gli studi tra musulmani e cristiani. Ma a Saïda, la piccola comunità cristiana, colpita dall’emigrazione, ha poca influenza sulle principali decisioni politiche della città. Mons. Haddad ritiene che siano le iniziative di solidarietà prese nella vita quotidiana ad unire i credenti, molto più dei discorsi politici.
Istruzione scolastica, base per la pace e per un futuro: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» sostiene le scuole cattoliche
In Libano mancano i soldi per un sistema scolastico efficiente. Lo Stato in bancarotta non può mantenere le scuole. Senza un’istruzione, i bambini non hanno una possibilità «per stare a galla» a lungo termine, e molti sono vulnerabili alla radicalizzazione politica o religiosa. «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» sostiene 61 scuole cattoliche con 5’150 allievi e 1’603 insegnanti. Le scuole sono aperte a tutte le comunità religiose. Favoriscono i ragazzi e le ragazze in modo paritario, valorizzano i loro talenti e trasmettono apprezzamento e tolleranza reciproca. Pertanto, offrono ad allievi e ad insegnanti un futuro, in modo tale che essi non siano costretti ad emigrare.
Biografia
Mons. Élie Béchara Haddad è nato il 28 gennaio 1960 ad Ablah, nella valle della Beqāʿ. Ha studiato al collegio Sant’Anna dei Padri Bianchi a Rayak dal 1964 al 1972. Giovanissimo è entrato nel convento del Santo Salvatore, dell’Ordine basiliano del Santissimo Salvatore, a Joun, vicino a Saïda. Lì ha proseguito gli studi fino al 1979. È stato ordinato sacerdote il 9 agosto 1986, dopo aver ultimato gli studi filosofici e teologici all’Università dello Spirito Santo di Kaslik (1980-1983) e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma (1983-1985) con un baccellierato in teologia.
Ha completato gli studi di diritto canonico e civile presso la Pontificia Università Lateranense a Roma (1985-1987) con il titolo di Magister (1987-1989) e (1991-1994) con il dottorato in «Utriusque Iuris», difeso il 10 gennaio 1994. Nel 1993-94 ha concluso gli studi presso il Tribunale della Rota Romana.
È stato parroco a Machghara e Jenesnaya; cappellano del Movimento internazionale per l’apostolato dei bambini (MIDAD - Mouvement International d’Apostolat des Enfants) in Libano dal 1994; presidente del Tribunale d’appello della Chiesa cattolica greco-melchita dal 1995; superiore del Seminario Maggiore dell’Ordine basiliano del Santissimo Salvatore (1995-2001); Cancelliere del Patriarcato greco-melkita cattolico (2002-2007); docente di diritto canonico presso l’Università dello Spirito Santo a Kaslik (USEK) dal 1995, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR) dell’Università San Giuseppe dal 1996, presso l’Istituto San Paolo di Harissa (1995-2007) e presso l’Università della Sapienza dal 2000.
È autore di diversi libri e articoli, soprattutto di diritto canonico. Eletto dal Santo Sinodo l’11 ottobre 2006, Mons. Élie Béchara Haddad è stato ordinato arcivescovo di Saïda e Deir el-Kamar il 24 marzo 2007 nella chiesa di San Paolo ad Harissa dal Patriarca Gregorio III Laham, assistito dall’arcivescovo Georges Kwaiter e dal metropolita Joseph Kallas.