Siria: un Paese tra speranze e timori

Il conflitto armato in Siria, scoppiato all’inizio del 2011, ha provocato una grave crisi umanitaria e ha inflitto alla popolazione siriana innumerevoli sofferenze: vi sono state tra le 350‘000 e le 500‘000 vittime e quasi due milioni di feriti. Nelle zone di conflitto vi sono 14 milioni di persone che dipendono dagli aiuti di emergenza, ciò che corrisponde al 50% della popolazione siriana. In questo Paese, già dilaniato dalla guerra e dove tuttora sono in atto le sanzioni internazionali, si è aggiunto il terremoto del 6 febbraio 2023 che ha causato la morte o il ferimento di decine di migliaia di persone. Centinaia di migliaia di persone sono rimaste senza un tetto a causa del crollo o del danneggiamento delle abitazioni e dipendono dal sostegno degli altri. Ingegneri nelle zone colpite dal terremoto controllano la statica delle case danneggiate dei cristiani che vivono ancora in Siria dopo 12 anni di guerra civile. «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» sta aiutando a riparare o ricostruire queste case in modo che i loro abitanti abbiano nuovamente un tetto sicuro sopra la testa: già a fine febbraio l’Opera caritativa è riuscita a fornire mezzo milione di franchi svizzeriin aiuti d’emergenza per le vittime del terremoto.
Futuro incerto per i cristiani in Siria
Dopo 12 anni di guerra civile ed un’enorme crisi economica, il timore di una catastrofe naturale aggrava ulteriormente una situazione già estremamente difficile: la popolazione ha paura, molte persone sono state traumatizzate.
A causa della guerra e dell’embargo la Siria ha sofferto un declino economico. I bambini e gli ammalati sovente sono morti per la mancanza di medicinali. Per il sostentamento e le cure mediche delle famiglie sofferenti e sfollate in diverse zone del Paese, soprattutto ad Aleppo e a Homs, «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» ha fornito oltre CHF 2.3 milioni. Ora, dopo il terremoto, sta aiutando a riparare o ricostruire queste case in modo che i loro abitanti abbiano nuovamente un tetto sicuro sopra la testa: come citato, già a fine febbraio l’Opera caritativa ha stanziato oltre mezzo milione di franchi svizzeriin aiuti d’emergenza per le vittime del terremoto.
Suore, sacerdoti e laici impegnati fanno tutto quanto possibile per assistere la comunità cristiana e far in modo che quest’ultima non abbandoni il Paese: le parrocchie offrono alloggi di emergenza e sostegno spirituale.
La migrazione, infatti, rappresenta un ulteriore grave problema nel Paese. Tra la marea di migranti figurano anche cristiani siriani. Se già prima della guerra erano una minoranza in Siria, ora, a causa dell’emigrazione, rischiano di scomparire completamente dal Paese. Attualmente in Siria vive soltanto ancora un terzo dei cristiani che prima vivevano lì. L’esodo degli ultimi anni rischia di rendere la Siria un Paese privo di produttività e manodopera.
In tutto il Medio Oriente i cristiani sono considerati un «ponte culturale» tra l’Occidente e l’Oriente. Svolgono un ruolo fondamentale come elemento di pace all’interno della società siriana. Se i cristiani scompariranno, sorgeranno nuovi problemi.
Un aiuto particolare, oltre ai terremotati, per i bambini e i giovani
Uno dei principali obiettivi dell’Opera caritativa «Aiuto alla Chesa che Soffre (ACN)», oltre alla ricostruzione delle abitazioni dei terremotati, è quello di sostenere i bambini e i giovani che di fatto rappresentano il futuro del Paese. Spesso, infatti, è proprio la preoccupazione dei genitori per il futuro dei figli a giustificare l’emigrazione di molte famiglie cristiane. Il Comitato ecumenico delle Chiese cristiane a Latakia ha ricevuto 250.000 CHF da «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» per restaurare più di 250 case danneggiate dal disastro naturale. Nel governatorato di Latakia, più di 100 case sono crollate dopo il terremoto del 6 febbraio. Il numero di edifici danneggiati in qualche modo è stimato a oltre 17.500.
Il patriarca emerito Gregorio III Laham
Il cristianesimo è presente in Siria fin dalle sue origini. L’apostolo Paolo ebbe la propria conversione nelle vicinanze di Damasco. Il patriarca emerito Gregorio si impegna per la permanenza dei cristiani nel Paese. Viaggia in tutto il mondo per richiamare l’attenzione sul tragico destino dei cristiani siriani e per chiedere aiuti.
Il patriarca Gregorio Laham è nato in Sira nel 1933 con il nome di Lufti Laham. Nel 1981 è stato ordinato vescovo e nel 2000 è stato nominato patriarca di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme. Papa Francesco ha accolto le sue dimissioni come patriarca il 6 maggio 2017. Ancora oggi è impegnato nel dialogo tra tutte le parti coinvolte in Siria per porre fine alla guerra civile.