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  • Proteste durante le elezioni ad Haiti dell'8 dicembre 2010. (Credit: Digital Democracy)
  • Preghiera davanti a un santuario a Port-au-Prince (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»)
  • Leogane, Haiti. (Credit: Valerian Mazataud/KEYSTONE)

Sei religiose rapite ad Haiti

Sei religiose sono state rapite da criminali armati ad Haiti, venerdì scorso, 19 gennaio. Il sequestro è avvenuto in pieno giorno, nella capitale Port-au-Prince. Le sei suore, di cui non è stato fatto il nome, si stavano recando all'università quando il loro autobus è stato fermato da banditi armati.

Secondo i media internazionali, le sei donne e gli altri due occupanti del veicolo, una giovane donna e l'autista, sono stati condotti in un luogo sconosciuto dai criminali. Le suore appartengono alla Congregazione di Sant'Anna e il loro rapimento è stato confermato sia dall'arcidiocesi locale sia dalla Conferenza haitiana dei religiosi. Haiti da anni sta attraversando un periodo di caos e criminalità diffusa. Bande armate hanno preso il controllo di interi settori di Port-au-Prince, e anche la Chiesa soffre la mancanza di sicurezza. Nel 2022, una missionaria italiana, suor Luisa Dell’Orto, è stata assassinata e cinque sacerdoti rapiti, mentre nel 2023 altri due presbiteri sono stati sequestrati. Successivamente i sette sacerdoti sono stati rilasciati.

 «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» si unisce alle tante voci, sia ad Haiti sia all'estero, che chiedono la liberazione delle sei sorelle e dei loro due compagni. Tra queste voci c’è quella di Papa Francesco, che ha menzionato l’incidente durante la preghiera dell'Angelus di domenica scorsa: «Ho appreso con dolore la notizia del rapimento, ad Haiti, di un gruppo di persone, tra cui sei Religiose: nel chiederne accoratamente il rilascio, prego per la concordia sociale nel Paese e invito tutti a far cessare le violenze, che provocano tanta sofferenza a quella cara popolazione».

L'Arcivescovo di Port-au-Prince, Mons. Max Leroys Mesidor, prima dello scorso Natale aveva affermato: «Ad Haiti celebreremo il Natale in un contesto di grande sofferenza, causata soprattutto dal dominio infernale dei gruppi armati e dall'indifferenza degli attori politici. Ma la nostra speranza è forte. Preghiamo affinché la festa dell'Emmanuele sia un'opportunità per aumentare l'unità fraterna e trovare liberazione dalle nostre lunghe notti di paura, sfiducia e violenza. Ci auguriamo di vedere il sostegno della comunità internazionale per il disarmo e la ripresa del nostro Paese».

Il rapimento di sei religiose rappresenta un inizio infausto del 2024.