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  • Mons. Rolando José Alvarez Lagos, vescovo di Matagalpa, in un edificio ecclesiastico distrutto dai sostenitori di Ortega. (Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN))
  • Regina Lynch - Responsabile di progetti di Aiuto alla Chiesa che Soffre ACN International. (Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN))
  • Violenza nelle strade del Nicaragua. (Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN))
  • Mons. Rolando José Alvarez Lagos, Vescovo di Matagalpa, Nicaragua (2019) (Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN))

Nicaragua: grande preoccupazione per la condanna del Vescovo Álvarez

In unione con Papa Francesco, che ha espresso il suo dolore e la sua preoccupazione il 12 febbraio scorso, «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» chiede di non dimenticare la terribile situazione che sta vivendo Mons. Rolando Álvarez, Vescovo di Matagalpa e Amministratore Apostolico della Diocesi di Estelí. I media riferiscono che il governo sta ammonendo i sacerdoti che menzionano il vescovo nelle loro celebrazioni, poiché si tratterebbe di "un'attività proibita". Almeno due sacerdoti sarebbero stati arrestati a Madriz e Nueva Segovia per aver menzionato o pregato per il prelato durante le Messe domenicali.

La sentenza è stata resa pubblica il giorno dopo quello in cui Mons. Álvarez si era rifiutato di lasciare il Paese con oltre duecento prigionieri politici, tra cui diversi sacerdoti e seminaristi, accusati di «cospirazione» e deportati negli Stati Uniti. Tra gli espulsi figurano i sacerdoti Óscar Benavides, Ramiro Tijerino, Sadiel Eugarrios, José Díaz e Benito Martínez, nonché il diacono Raúl Veja. Deportati anche i seminaristi Melkin Centeno e Darvin Leyva, oltre a due responsabili della comunicazione sociale per la diocesi di Matagalpa, Manuel Obando e Wilberto Astola. Tutti erano in carcere per presunto attentato «contro l'indipendenza, la sovranità e l'autodeterminazione del popolo», incitamento «alla violenza, al terrorismo e alla destabilizzazione economica». Il vescovo di Matagalpa, agli arresti domiciliari dalla prima mattina del 19 agosto scorso, faceva parte della lista delle persone che dovevano imbarcarsi, ma si è opposto.

Il suo processo, previsto per mercoledì 15 febbraio, è stato anticipato e il giudice ha emesso una condanna a 26 anni, dichiarandolo «traditore della Patria» e colpevole di «cospirazione per minacciare l'integrità nazionale e diffondere notizie false attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione a danno dello Stato e della società nicaraguense».

«Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» ha denunciato, nell'agosto 2022, la situazione che i cattolici stanno vivendo nel Paese. Regina Lynch, direttrice dei progetti di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» a livello internazionale, ha affermato che si sta assistendo a «un tentativo di mettere a tacere la Chiesa in Nicaragua». Il Paese «continua ad essere sconvolto dalla crisi iniziata più di cinque anni fa. La situazione è critica, con una grande polarizzazione e un forte conflitto», ha aggiunto Lynch.

L'Opera caritativa è sgomenta per le notizie relative a sacerdoti a cui non è stato permesso di rientrare nel Paese, alle restrizioni sui visti per religiosi e religiose, al controllo e sorveglianza degli spostamenti di sacerdoti e vescovi e del contenuto delle omelie, nonché al divieto di processioni e celebrazioni religiose. In una situazione di forte deterioramento politico e sociale, il ruolo di mediatrice di pace e promotrice di riconciliazione assunto dalla Chiesa, ha avuto come effetto repressione, false accuse, arresti e pene detentive ingiustificati.

Nel novembre 2022 è stata pubblicata l'edizione aggiornata del rapporto «Nicaragua: una Chiesa perseguitata?» dell'avvocata e ricercatrice Martha Patricia Molina. Secondo questo rapporto, nel periodo compreso tra aprile 2018 e ottobre 2022, si sono verificati 396 attacchi contro la Chiesa cattolica. Tra i quasi quattrocento episodi documentati si segnalano profanazioni, rapine, minacce e incitamento all'odio. Durante questo periodo vari vescovi, sacerdoti, suore e laici sono stati oggetto di rappresaglie da parte delle autorità.

Dopo l’espulsione del nunzio apostolico Waldemar Stanislaw Sommertag, quella delle missionarie della carità di santa Teresa di Calcutta e di altri religiosi e sacerdoti, dopo la chiusura del canale televisivo della Conferenza Episcopale e di altre stazioni radio cattoliche, dopo la nazionalizzazione dell'Università cattolica di Trópico Seco, che apparteneva alla diocesi di Estelí, la grave misura detentiva assunta contro Mons. Alvarez rappresenta un ulteriore gravissimo atto persecutorio.