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  • Iraq (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»).
  • Lucia Wicki-Rensch, Responsabile dell’informazione di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» Svizzera/Liechtenstein, durante il viaggio di lavoro in Iraq nell’autunno del 2018 (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»).
  • Lucia Wicki-Rensch, Responsabile dell’informazione di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» Svizzera/Liechtenstein, durante il viaggio di lavoro in Iraq nell’autunno del 2018 (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»).
  • Papa Francesco in Iraq (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»).

Iraq: Lucia Wicki-Rensch fa un bilancio del viaggio del Papa

Papa Francesco è stato il primo papa a visitare l’Iraq. I cristiani iracheni hanno attraversato un periodo molto difficile negli ultimi anni: il loro numero è sceso da oltre un milione a circa 250’000. Lucia Wicki-Rensch, responsabile dell'informazione dell'agenzia umanitaria «Aiuto alla Chiesa che soffre (ACN)» Svizzera/Liechtenstein, fa un bilancio della visita del Papa e guarda verso il futuro dei cristiani nel paese.

 

Lucia Wicki-Rensch inserisce il viaggio del Papa nel contesto del sostegno dell’organizzazione umanitaria in passato e nel futuro. Lei stessa si è recata in Iraq 2,5 anni fa per rendersi conto personalmente della drammaticità della situazione. Come Papa Francesco, ha visitato la Piana di Ninive e le città di Mosul ed Erbil. Lucia Wicki-Rensch ha imparato ad ammirare i cristiani iracheni: "È difficile credere che le persone siano tornate ai loro villaggi dopo le terribili esperienze fatte a causa dell’ISIS. Ma questo fatto mi mostra la loro fiducia in Dio e il loro amore per questa regione, che è così significativa per tutti i cristiani!".

«Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» ha partecipato alla visita del Papa
Regina Lynch, direttrice di progetto della sezione internazionale di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» di Königstein e membro del R.O.A.C.O. (Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali), è stata invitata dal Papa ad unirsi al suo viaggio. È stato un grande onore per lei, ma anche per tutta l’opera di soccorso, essere uno dei 50 ospiti selezionati per far parte della delegazione itinerante. Questa scelta è probabilmente dovuta all’attenzione che «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» rivolge ai cristiani in Iraq: dall’estate del 2014, l’agenzia umanitaria ha sostenuto i cristiani in questo paese con oltre 53 milioni di franchi. Subito dopo l’invasione dell’ISIS, l’attenzione era rivolta agli aiuti di emergenza per i 120’000 cristiani che erano fuggiti; ora che i terroristi sono stati cacciati, invece, la maggior parte dell’attenzione è stata spostata sulla ricostruzione delle case, delle parrocchie e delle chiese cristiane. Durante il viaggio, Regina Lynch ha potuto constatare di persona, grazie ad una conversazione con Papa Francesco, quanto egli apprezzi il lavoro dell’opera assistenziale in Iraq.

Un popolo unito
Papa Francesco era molto preoccupato di sanare le fratture che negli ultimi anni sono sorte tra i diversi gruppi etnici dell’Iraq. Ha sottolineato ripetutamente la fratellanza di tutte le persone, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa: "Abbiamo anche lanciato un messaggio di fratellanza da Mosul e da Qaraqosh. L’occupazione dell’ISIS ha causato la fuga di migliaia e migliaia di abitanti, tra cui molti cristiani di varie denominazioni e altre minoranze perseguitate, soprattutto yazidi. L’antica identità di queste città è stata distrutta. Ora stanno lottando per la ricostruzione: i musulmani stanno invitando i cristiani a tornare, e insieme stanno ricostruendo chiese e moschee".

Papa Francesco ha incontrato il Grande Ayatollah Ali al-Sistani
La mattina del 6 marzo 2021, nella città santa di Najaf, Papa Francesco ha incontrato il 90enne Grande Ayatollah Ali al-Sistani, il più importante ecclesiastico sciita iracheno, dove gli sciiti costituiscono il 70% della popolazione. Al-Sistani ha una concezione dello Stato completamente diversa da quella degli sciiti del vicino Iran: si oppone a un governo islamico e considera il modello iraniano un fallimento.
Ufficialmente, la visita del Papa è stata una visita di cortesia privata dell’ospite del Vaticano ad al-Sistani. Dopo la riunione delle due guide spirituali, il primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi ha dichiarato il 6 marzo una festività nazionale: l’idea è che questo giorno diventi la giornata nazionale della tolleranza e della coesistenza, ha annunciato.
Il Grande Ayatollah ha parlato con il Papa dell’oppressione, della povertà e della persecuzione di molti popoli in Medio Oriente e anche della situazione dei palestinesi. Il leader spirituale degli sciiti iracheni ha assicurato al Papa che in futuro lavorerà "affinché i cittadini cristiani, come tutti gli iracheni, possano vivere in pace e sicurezza, con tutti i loro diritti costituzionali".

Bilancio del viaggio del Papa
La visita del Papa in Iraq ha donato ai cristiani iracheni speranza e fiducia in un futuro all’interno del loro paese. La situazione in Iraq è comunque destinata a rimanere difficile, poiché il paese dipende dal sostegno dall’estero. Inoltre, la giovane popolazione irachena sta affrontando grandi sfide economiche, come mostrato dal tasso di disoccupazione che è alto anche tra i cristiani. Proprio per questo è importante sostenere quei progetti che promettono un futuro migliore. Ancor prima della visita del Papa, «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» aveva annunciato che nei prossimi quattro anni fornirà borse di studio per un totale di 1,7 milioni di franchi a 150 studenti dell’Università Cattolica di Erbil. Lucia Wicki-Rensch ne è felice: "Soprattutto ora è importante usare gli impulsi positivi della visita del Papa per mostrare ai cristiani iracheni delle prospettive a lungo termine. Sono grata a tutti i sostenitori per la solidarietà mostrata qui in Svizzera verso i cristiani iracheni!".