«Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» ricorda i cristiani perseguitati
Testo di Jacques Berset, traduzione di Lisa Bigatto
Circondato da una decina di sacerdoti e diaconi, nel corso di una celebrazione arricchita dall’accompagnamento musicale del coro ucraino «Prostir», nella chiesa barocca di San Francesco Saverio gremita all’inverosimile, il vescovo ausiliario ha ricordato l’importanza di testimoniare la fede nei fatti e non solo a parole.
È diventato difficile professare la fede cristiana
Monsignor Stübi ha sottolineato come per molti cristiani sia molto difficile, ancora oggi, professare, celebrare, vivere e trasmettere la fede cristiana. Inoltre, fa notare come «i membri del coro ucraino, che cantano qui, conoscano molto bene il significato di questa parola, data la loro situazione di vita reale».
Ricordando gli incontri con dei cristiani nella Piana di Ninive, nell’attuale Iraq, o le difficoltà affrontate dai cristiani in Pakistan, il vescovo ausiliario di Basilea ha elogiato la testimonianza di questi fedeli «rimasti saldi nella loro fede, celebrandola e vivendola», malgrado le persecuzioni. Questi fratelli e sorelle nella fede, rendono una testimonianza evidente ed inconfutabile, ha sottolineato. «Durante questi incontri, ci si pone la domanda seguente: ‘come ti comporteresti in una simile situazione? Avresti la forza di credere, il coraggio? Per quanto tempo resisteresti? Saresti pronto e in grado di testimoniare la tua fede anche in queste circostanze?’»
Il cristianesimo è la comunità più perseguitata
«Cari fratelli e sorelle, è stato così sino dall’inizio [del cristianesimo]. La Chiesa, o piuttosto le comunità ecclesiali sono state da sempre esposte alle persecuzioni. Ma mai così tanto come oggi. Il cristianesimo è attualmente la comunità religiosa più perseguitata... Un cristiano su sette è perseguitato nel mondo. Un cristiano su sette – difficile da immaginare! Una statistica pubblicata l’anno scorso dall’Opera caritativa «Porte Aperte» rivela che nel 2022 sono stati uccisi 5’600 cristiani in tutto il mondo. Una cifra record!» E pensare a quanti potrebbero essere quelli dell’anno appena trascorso…
Al termine della sua predica, Monsignor Stübi ha constatato come la persecuzione sia sempre legata all’uomo e per affrontarla, occorre incontrare gli altri e cercare di sviluppare una comprensione reciproca. «Non la comprensione per tutto quello che alcune persone si fanno reciprocamente. Ma comprensione per la differenza dell’altro. Alla comprensione segue il rispetto e al rispetto l’accettazione. E tutto questo può portare ad una coesistenza pacifica».
Colletta per i cristiani in Terra Santa duramente colpiti dalla guerra
Jan Probst ha anche condiviso la sua esperienza traumatica dello scorso autunno, quando ha visitato le suore e i sacerdoti che aiutano gli sfollati nell’Ucraina devastata dalla guerra. Ha ricordato l’aiuto vitale fornito da «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)». Ha inoltre precisato che la colletta di questa domenica era destinata ad aiutare i cristiani in Terra Santa, duramente colpiti dalla guerra.
Sotto i bombardamenti, privati di cure e cibo, quasi mille cristiani lottano per sopravvivere a Gaza e altri 55’000 vivono in una situazione molto difficile a Gerusalemme e nei territori palestinesi occupati da Israele. «Decine di migliaia di cristiani hanno perso il loro reddito a causa della guerra. Con la vostra donazione, potrete aiutare in modo mirato queste persone in questa difficile situazione».
Durante la celebrazione, Lucia Wicki-Rensch e Ivo Schürmann, membri del team di ACN Svizzera/Liechtenstein, hanno acceso a turno cinque candele sull’altare con i colori di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)», per commemorare il martirio dei cristiani uccisi o rapiti da terroristi, vittime di banditi o della guerra. (cath.ch/be)
Monsignor Josef Stübi: la speranza non delude
Fedele al suo motto «Hoffnung leben - Vivere la speranza», Mons. Stübi ha riferito a cath.ch che di fronte a situazioni terribili, come la guerra in Ucraina o a Gaza, «senza fede, non c'è speranza, siamo impotenti». Per lui, la Chiesa ha bisogno di annunciare il Vangelo e di celebrare la fede, ma ha anche bisogno di modelli da seguire, di testimoni credibili, della diaconia, dell’impegno verso gli altri e della salvaguardia del Creato. Ammette che nella società odierna la Chiesa cattolica potrebbe ridursi a un «piccolo gregge», diventando semplicemente una proposta religiosa tra tante. E per citare un passo di san Paolo nella sua lettera ai Romani (Rm 5, 2-5), in cui si afferma che la sofferenza genera la perseveranza: «per suo mezzo [per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo] abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.» JB