Skip to navigation (Press Enter) Skip to main content (Press Enter)
  • Il porto di Beirut il 04.08.2021 - dodici mesi dopo l'esplosione (Foto: Jacques Berset/«Kirche in Not (ACN)»)
  • L'esplosione in Beirut nel 4. Agosto 2020 (Foto: Padre Samer Nassif)
  • La chiesa di Padre Marwan Mouawad al 04.08.2021 in Beirut (Foto: Pater Marwan Mouawad)
  • La chiesa di Padre Marwan Mouawad al 04.08.2021 in Beirut (Foto: Pater Marwan Mouawad)

BEIRUT UN ANNO DOPO L’ESPLOSIONE: IL RACCONTO DI UN SACERDOTE

Dodici mesi fa don Marwan Mouawad, 46 anni, stava celebrando la Messa per un piccolo gruppo di 10 persone in un quartiere povero di Beirut, quando ha sentito la chiesa muoversi intorno a lui. Sospettando un terremoto, interruppe il suo canto.

Pochi secondi dopo, una delle più forti esplosioni non nucleari mai registrate ha devastato la chiesa. Un deposito abbandonato di nitrato di ammonio nel porto principale del Paese aveva preso fuoco ed era esploso a soli tre chilometri. Quel momento, registrato in un video virale visualizzato da tre milioni di persone, avrebbe drammaticamente cambiato la vita del Libano, il Paese religiosamente più diversificato del Medio Oriente. 

«Dopo l'esplosione abbiamo lasciato la chiesa e abbiamo visto finestre rotte ovunque. Abbiamo dovuto spostare i detriti per poter camminare in strada. Era come una scena di guerra. C'erano persone ferite in strada», racconta il sacerdote. L'esplosione ha colpito un Paese già in crisi. «Prima dell'esplosione, nella mia parrocchia avevo 95 famiglie che ho aiutato. Ora, dopo l'esplosione, abbiamo 520 famiglie bisognose. Ogni giovedì vengono nella mia chiesa per un pasto caldo fornito da una squadra di volontari. Prima dell'esplosione, alcuni dei miei parrocchiani venivano a darmi soldi per aiutarci a comprare pacchi alimentari per i poveri. Dopo l'esplosione, alcune di queste stesse persone vengono in chiesa per chiedere aiuto. Padre, dicono, per favore perdonaci. Abbiamo bisogno», prosegue don Marwan. 

Oltre a cercare di sostenere la gente della sua parrocchia don Mouawad incoraggia i fedeli a denunciare la corruzione dilagante che ha distrutto la sua patria: «Cristo ha sempre difeso la dignità della persona. Vuole che sfidiamo le persone che hanno corrotto questo Paese, anche i politici». 

Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene molti sacerdoti libanesi con le offerte per la celebrazione di Messe secondo le intenzioni dei benefattori, con l'obiettivo ulteriore di permettere al clero locale di sostenere, per quanto possibile, anche i parrocchiani. Nella diocesi di Antelias ACS sosterrà 45 sacerdoti, tra cui proprio don Mouawad.