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  • Credit: © Ismael Martínez Sánchez / ACN
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  • (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»)

Gli attacchi a chiese, scuole e cimiteri affliggono i cristiani della Terra Santa

I Patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme denunciano «l'escalation della violenza che ha travolto la Terra Santa.

I cristiani locali, in particolare, hanno sofferto crescenti difficoltà. Nel corso dell'ultimo anno, alcune nostre chiese, alcuni cortei funebri e luoghi di aggregazione pubblica sono diventati bersaglio di attacchi. Diversi nostri luoghi santi e cimiteri sono stati profanati e alcune nostre antiche celebrazioni liturgiche sono state precluse a migliaia di fedeli, nonostante i nostri accordi per cooperare con le autorità governative e soddisfare ogni ragionevole richiesta», affermano i Patriarchi e i capi delle Chiese in una dichiarazione pubblica congiunta.  

Il Rapporto 2022 di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» sui cristiani perseguitati riferisce i dati dell'Ufficio centrale di statistica israeliano, secondo il quale nel 2021 c'erano 182.000 cristiani nel Paese, la maggioranza dei quali appartenenti alla Chiesa greco-cattolica melchita (circa il 60%). Mentre in Israele cresce la popolazione cristiana, aumentata dell'1,4% nel 2021, nei Territori palestinesi le comunità cristiane storiche continuano a diminuire. Prima della creazione dello Stato di Israele nel 1948, i cristiani costituivano il 18% della popolazione della Cisgiordania: quella percentuale è oggi inferiore all'1%. Le ragioni dell'emigrazione sono diverse, ma tra queste ci sono anche le discriminazioni nel mondo del lavoro, l’azione dei gruppi militanti e le restrizioni alla mobilità causate dal confine con la Cisgiordania, le quali generano notevoli problemi economici.

Nonostante le difficoltà che le Chiese cristiane hanno attraversato negli ultimi tempi, il comunicato congiunto dei Patriarchi e dei capi delle Chiese di Gerusalemme si conclude con una nota di speranza. «Mentre persevereremo in questi sforzi in buona fede [per cooperare con le autorità], chiediamo ai funzionari di sorveglianza di lavorare in modo cooperativo e  collaborativo con noi, mentre chiediamo alla comunità internazionale e ai residenti di buona volontà di difendere la nostra causa, al fine di contribuire a garantire la sicurezza, l'accesso [ai luoghi santi] e la libertà religiosa della comunità cristiana residente e dei milioni di pellegrini cristiani che ogni anno visitano la Terra Santa».