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  • In Ucraina i monaci basiliani greco-cattolici ospitano gli sfollati che hanno perso tutto. (Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN))
  • In Ucraina i monaci basiliani greco-cattolici ospitano gli sfollati che hanno perso tutto. (Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN))
  • In Ucraina i monaci basiliani greco-cattolici ospitano gli sfollati che hanno perso tutto. (Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN))
  • In Ucraina i monaci basiliani greco-cattolici ospitano gli sfollati che hanno perso tutto. (Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN))

In Ucraina i monaci basiliani greco-cattolici ospitano gli sfollati che hanno perso tutto

A un mese dall'inizio della guerra in Ucraina gli attacchi alla capitale si sono intensificati e il numero di persone in fuga dalle proprie case in cerca di sicurezza, protezione e aiuto continua a crescere. Quasi quattro milioni di ucraini hanno attraversato il confine con i Paesi vicini, ma secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ci sono quasi 6,5 milioni di sfollati interni in Ucraina, i quali hanno bisogno di protezione e supporto.

Con le sue istituzioni e organizzazioni, ma anche con i suoi numerosi monasteri, conventi e parrocchie, la Chiesa Cattolica locale possiede una vasta rete di solidarietà. Ciò include i sei monasteri dell'ordine greco-cattolico basiliano, che si trovano tutti nella parte occidentale del Paese e che dall'inizio della guerra hanno accolto un gran numero di profughi. Uno di questi è la casa provinciale basiliana, che ha un seminario e una facoltà teologica propri, situata a Briukhovychi, vicino a Leopoli. Nell'edificio hanno trovato rifugio circa 150 persone; donne e bambini in fuga dalla tragedia arrivano ogni giorno.

«Fa male. È molto difficile. I nostri uomini sono rimasti a combattere, e noi siamo partiti. Io qui ho quattro figli. Non so cosa dire, ho paura, molta paura. Siamo di Kiev e la situazione è terribile in questo momento», dice una delle rifugiate appena arrivate. Indicando il bambino tra le sue braccia, aggiunge: «Lei ha due mesi. Cerchiamo di tenerla il più al sicuro possibile, almeno per ora. Abbiamo dovuto lasciare i nostri mariti e sono venuta con mia nuora, il suo bambino e due adolescenti. È così, non ce lo aspettavamo». Gli sfollati restano nei monasteri il più a lungo possibile, e per questo la Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN) ha appena approvato un nuovo pacchetto di aiuti d'urgenza che consentirà ai sei monasteri di continuare a fornire aiuto a quanti cercano protezione.

Nel prezioso e storico monastero dell'Esaltazione della Croce, a Buchach, i sacerdoti basiliani hanno fornito rifugio agli sfollati interni. Per secoli questa istituzione, a circa 70 chilometri da Kiev, è stata al centro della vita della Chiesa Greco-Cattolica in Ucraina. Ora vi hanno trovato rifugio oltre 130 persone, tra cui Yehven. È arrivato circa due settimane fa da Kiev, con sua moglie Ivanka e i suoi figli Lena, Ekateryna e Ivan. «Siamo molto felici di essere stati accolti così gentilmente e calorosamente. Ci hanno dato cibo e un tetto per ripararci. Questo monastero ospita persone molto gentili e i volontari ci aiutano costantemente. Speriamo che la guerra finisca presto, in modo da tornare tutti a casa. Siamo molto grati ai monaci», dice ad ACS. Anche Halyna, una donna di mezza età venuta a Buchach da Makariv, vicino Kiev, ha una storia tragica da raccontare. «Siamo rimasti il ​​più a lungo possibile, ma alla fine siamo dovuti partire perché i bombardamenti sono diventati troppo intensi. Ora tutto è distrutto. Siamo molto grati ai monaci che ci hanno accolto. Non esagero quando dico che siamo molto a nostro agio qui. Speriamo che la guerra finisca presto, così possiamo tornare a casa, se ci sarà ancora una casa in cui tornare. Stiamo aspettando la vittoria e la fine della guerra. Ma qui stiamo bene e siamo grati a tutti per la loro solidarietà».